Kyoto 7 giorni tra “street” e cultura giapponese

Per chi va in Giappone la prima volta

La Decisione

A volte le decisioni migliori sono quelle che prendi d’istinto. Così, quasi senza pensarci troppo, abbiamo scelto di partire per dieci giorni in Giappone, a maggio 2025. Prima di tutto ci siamo buttati su YouTube, dove i video spiegano con una chiarezza sorprendente come si mangia e quanto si spende davvero. Scoprire che il viaggio era più accessibile di quanto temessimo ci ha dato la spinta finale.

 Il Volo

La prima opzione era Air China: 570€ (circa 95.000 yen) con valigie incluse, una soluzione che sembrava perfetta. Ma ci siamo fidati di un amico con l’agenzia e abbiamo perso la prenotazione. Così, senza più indugi, abbiamo prenotato direttamente con Cathay: 730€ (circa 121.700 yen), sempre con bagagli inclusi. Nella fretta abbiamo controllato solo lo scalo di andata a Hong Kong (2 ore), ignorando quello di ritorno. Poco male: il volo è stato ottimo, cibo onesto e personale gentile sia a bordo che a terra.

 I Costi e l’Alloggio

La paura più grande prima di partire era quella dei costi. In realtà, il Giappone si è rivelato sorprendentemente accessibile. In maggio abbiamo trovato facilmente hotel puliti e accoglienti tra gli 80 e i 100€ a notte (da 13.300 a 16.600 yen). Si trovano anche sistemazioni più economiche, ma il nostro solito problema è che decidiamo sempre all’ultimo e senza un piano preciso. Nel primo hotel la camera era enorme, poi ce l’hanno cambiata con una più piccola, ma sempre piacevole.

 Gestire i Soldi

Avevamo sentito dire che in Giappone si paga spesso in contanti. Con la carta Revolut abbiamo aperto un conto in yen, trasferito i soldi dall’Italia e fatto la conversione al miglior tasso. Ogni tre giorni prelevavamo senza commissioni dai market 7-Eleven. Quando pagavamo con la carta, l’addebito era diretto in yen. Al ritorno, abbiamo riconvertito tutto in euro e chiuso il conto senza spese.

 Muoversi in Giappone

All’aeroporto di Osaka abbiamo preso il bus limousine che in un’ora e un quarto ci ha portato nel cuore di Kyoto. Il biglietto lo abbiamo comprato al tourist information, dove ci hanno dato anche la mappa della città. Da lì, con Google Maps, in 15 minuti a piedi siamo arrivati in hotel. Le camere le consegnano di solito alle 15, ma ci hanno tenuto i bagagli senza problemi. Poi siamo tornati in stazione e abbiamo preso la carta Icoca (500 yen, rimborsabili), ricaricata senza costi al market 7-Eleven. I viaggi in bus costano 230 yen (circa 1,40€) a tratta; si può pagare anche in contanti, meglio se con le monete. In metro si paga in base alla distanza: si passa la carta all’ingresso e all’uscita viene scalato l’importo. Google Maps ci ha sempre dato percorsi e orari in tempo reale. I mezzi sono puntuali, veloci e affidabili, anche con tanto traffico.

 Connessione Internet

In viaggio, avere internet è essenziale. Abbiamo scelto una e-SIM della BNESIM attivabile subito all’arrivo. Per sicurezza abbiamo preso 10 giga, ma in 9 giorni ne abbiamo usati solo pochi, 2.66 gb.

 Mangiare in Giappone

Mangiare è stato ancora più semplice. A Kyoto, ovunque ci siamo fermati, abbiamo speso tra i 10 e i 15€ a testa (1.660-2.500 yen) nei ristoranti tipici. Ogni volta menu e locali diversi, ogni volta sorpresi dalla qualità e varietà dei piatti. Non abbiamo mai ordinato solo pesce, ma quando l’abbiamo assaggiato era sempre fresco e gustoso. Davanti ai ristoranti ci sono foto dei piatti e menu in inglese, cosa meno comune a Osaka, dove tutto ci è sembrato più turistico e meno autentico.1

18 Maggio - Domenica: L'Arrivo nel Paese del Sol Levante

Scalo veloce a Hong Kong – Scalo ad Hong Kong velocissimo, poi partenza per Osaka. Nell’aeroporto veniamo fotografati e identificati una volta, poi con il riconoscimento facciale non dobbiamo più mostrare le carte d’imbarco. La tecnologia giapponese ci accoglie subito!

Arrivo a Osaka – All’arrivo a Osaka dobbiamo compilare i moduli doganali perché sull’aereo non li danno. Procedure comunque velocissime e restituzione bagagli praticamente fulminea – l’efficienza giapponese è leggendaria.

Trasferimento a Kyoto – Usciti dall’aeroporto, prendiamo il biglietto (circa ¥1.550/€9,30) e saliamo sul limousine bus che parte immediatamente e ci porta alla Stazione Centrale di Kyoto. Proseguiamo a piedi, in un quarto d’ora, siamo già in albergo.

Primo incontro con i templi – Passiamo davanti al Tempio Higashi Hongan-ji (東本願寺) di legno enorme e bellissimo. Posiamo le valigie e andiamo verso il tempio che avevamo visto passando, ma era ormai chiuso e le bancarelle davanti sparite. Infatti a Kyoto i templi ed i musei chiudono alle 17

Quartiere di Gion – Andiamo verso Gion (祇園), il famoso quartiere delle geishe. Lanterne rosse, vicoletti e strade carine, con piccole case antiche in legno. L’atmosfera è magica, come essere catapultati nel Giappone di secoli fa.

Prima cena giapponese – Ceniamo molto bene in un locale dove mi danno alcuni pezzi di pollo in tempura squisiti (¥1.800/€11 a testa). La pastella leggera e croccante è una rivelazione per il palato.

Sorpresa tecnologica – Sorpresa!! In albergo il washlet (WC giapponese) ti fa anche il bidet. Molta diffidenza iniziale, ma poi si rivela comodissimo. Benvenuti nel futuro dell’igiene personale! La cosa a cui non ci abitueremo mai è il sedile preriscaldato. E’ veramente fastidioso

19 Maggio - lunedì: Kyoto tra tradizione e modernità

Mattino presto – Iniziamo la giornata con la visita al Tempio Higashi Hongan-ji (東本願寺), uno dei più importanti templi buddhisti di Kyoto. L’atmosfera mattutina ci regala quella quiete che solo i luoghi sacri sanno offrire, prima che la città si risvegli completamente.

La Stazione di Kyoto – Proseguiamo verso la stazione e rimaniamo letteralmente a bocca aperta. Questa cattedrale dell’architettura moderna, progettata da Hiroshi Hara, è un capolavoro di 20 piani con la sua imponente struttura cava centrale. Le scale mobili ci portano fino alle terrazze panoramiche dove la vista abbraccia tutta Kyoto. Qui persino gli spazzini usano aspirapolveri – l’attenzione ai dettagli giapponese non smette mai di stupirci!

Shopping sotterraneo – Scendiamo nel labirinto commerciale sotterraneo per acquistare le IC Card ricaricabili per i trasporti (circa ¥2.000/€12) (card che si possono utilizzare anche per piccoli acquisti) (ma in genere la forma di pagamento preferita è il contante). Tra centinaia di negozi, ci fermiamo in una boulangerie per una colazione al volo.

Museo Ferroviario di Kyoto – Attraversando splendidi giardini verso ovest, raggiungiamo il Kyoto Railway Museum (¥1.500/€9 a persona). Un museo davvero originale che celebra la storia ferroviaria giapponese con passione e cura maniacale. Al primo piano si trovano alcuni plastici ferroviari veramente notevoli e naturalmente frotte di bambini si divertono a fare il capo-stazione.

Osservazioni culturali – Notiamo alcune giovani coppie in giro. Ci colpisce come molte ragazze giapponesi enfatizzino aspetti quasi infantili nel loro modo di essere – dalla voce al comportamento. È il fenomeno del “kawaii” che permea profondamente la cultura giapponese.

Pranzo ramen – Verso nord troviamo un locale autentico dove gustiamo ramen deliziosi (circa ¥1.200/€7 a ciotola). Il brodo fumante e i noodles perfetti ci riscaldano l’anima. Non si può ordinare direttamente (anche se in quel momento siamo gli unici clienti). Bisogna selezionare i piatti e le bevande da un totem all’ingresso, pagare e consegnare il tiket dell’ordine alla cucina, che provvederà a passarlo a cuoco. Se si ordinano i noodles una gentile signora provvede a dotarvi di un ampio bavaglino di carta (indispensabile se volete salvare la vostra maglietta dagli spruzzi di sugo). Tenete presente che si usano le bacchette e che è consuetudine aspirare gli spaghetti.

Tempio Nishi Hongan-ji – Continuando l’esplorazione, raggiungiamo il Nishi Hongan-ji (西本願寺), dove fotografiamo alcuni monaci taiwanesi in visita. Ci impressiona la presenza in una bacheca di una gigantesca corda nera, realizzata con canapa ed i capelli donati da centinaia di devote. La fune è servita a fine 800 per trascinare dalla foresta gli enormi tronchi, necessari per sostituire le strutture andate distrutte nel corso di uno dei tanti spaventosi incendi che in passato colpivano il Giappone (incendi che si scatenavano soprattutto quando un terremoto colpiva all’ora della preparazione del the, quando i bracieri erano accesi). Una vecchia casa di legno dall’esterno bellissima (un ex casino) è purtroppo chiusa, ma la sua eleganza ci affascina comunque.

Pausa in hotel – Torniamo per ricaricare le batterie.

Sera nel quartiere dello shopping – Alle 16:30 usciamo di nuovo dirigendoci verso nord, nella zona dei negozi di lusso. Ci addentriamo nel Mercato di Nishiki dove assaggiamo mochi deliziosi (¥300/€2 l’uno). Bisogna dire che l’offerta gastronomica è vastissima e si possono assaggiare specialità di pesce, carne con le tipiche venature bianche e naturalmente dolci di ogni tipo.

 

Gachapon mania – Restiamo affascinati dai negozi pieni di distributori automatici di gachapon – centinaia di macchinette che dispensano palline con pupazzetti di ogni tipo (¥100-500/€0,60-3 l’una). È il paradiso del collezionismo giapponese!

Vicoli di Pontocho – Ci perdiamo tra vicoli pieni di locali e ristoranti caratteristici, ognuno con la sua personalità unica.

Hard Rock Cafe – Raggiungiamo l’HRC per cena, dove ci fanno anche uno sconto di $15 (¥2.200/€13) per la settimana del compleanno. Un tocco di familiarità in terra straniera.

Serata TV surreale – Tornati in hotel, scopriamo un canale TV che trasmette filmati di automobilisti che imboccano l’autostrada contromano. Solo in Giappone!

20 Maggio - martedì: Arashiyama e la foresta di bambù

Viaggio verso Arashiyama – Prendiamo il pullman di linea e in 45 minuti raggiungiamo la famosa Foresta di Bambù di Arashiyama (¥230/€1,40 a tratta). Saliti presto sul bus, troviamo posto a sedere, ma quando salgono alcune persone anziane con il bastone, cediamo volentieri i nostri posti. Dopo una ventina di fermate, la signora a cui Gian aveva ceduto il posto scende e si avvicina per ringraziarlo – un gesto che ci scalda il cuore e conferma la gentilezza giapponese.

Il fiume Hozu e l’atmosfera festosa – C’è tantissima gente e il fiume Hozu che bagna la zona è affollato di localini e scolaresche in gita. Molte ragazze sono vestite da geisha – è un’abitudine molto diffusa affittare un kimono (¥3.000-5.000/€18-30) per visitare i templi. Un tocco di colore e tradizione che rende tutto più magico.

Tempio Nison-in – Con così tanti templi nella zona, scegliamo il Nison-in Temple perché è decentrato e tranquillo. Vari edifici e un cimitero si arrampicano su una collina, circondati dal canto degli uccellini. È davvero molto bello e rilassante, lontano dalla folla.

Rituali e fortuna – Compriamo le omikuji (bacchette del futuro, ¥100/€0,60) e leggiamo ognuno il proprio destino racchiuso in messaggi sibillini. Questi piccoli rituali aggiungono magia alla visita. In un angolo del giardino un martello ad acqua scandisce il tempo. Si tratta di una canna di bamboo posta in equilibrio su di un perno. Un sottile getto d’acqua cola al suo interno ad una estremità, e quando la cavità interna è abbastanza piena, bascula ed il piolo che si trova all’altra estremità percuote un ceppo con un suono particolarmente armonico.

Tempio Tenryu-ji – Scendiamo verso il tempio principale e visitiamo il Tempio Tenryu-ji (¥500/€3 giardino, ¥300/€1,80 edifici) con i suoi splendidi giardini Patrimonio UNESCO. Il giardino zen è un capolavoro di equilibrio e armonia. Entriamo nel Padiglione del Drago delle Nuvole, famoso per il suo soffitto dipinto.

Street food locale – Nonostante il caldo umido fastidioso, ci concediamo alcuni strani spiedini di polipo (¥400/€2,40), frittelle di carne (¥300/€1,80) e un würstel locale. L’esperienza culinaria di strada è sempre un’avventura!

Dolci piaceri – Ci gratifichiamo con un gelato al tè verde (¥350/€2,10) e un biscotto ripieno di crema pasticciera appena sfornato (¥200/€1,20). Il contrasto tra il freddo del gelato e il calore del biscotto è perfetto.

Ritorno e pausa – Riprendiamo il bus per tornare in hotel e concederci un riposino rigenerante.

Sera a Gion – Ripartiamo verso il quartiere di Gion, dove ieri sera avevamo adocchiato un localino interessante. Passeggiando nella zona, compro un fermaglio per me e all’HRC una t-shirt per Luca

Cena deludente – Ceniamo nel locale scelto. Il cibo è ottimo ma le porzioni da assaggio ci lasciano decisamente affamati – un classico della cucina kaiseki che privilegia la qualità alla quantità, ma noi avevamo fame vera!

Passeggiata notturna – Ritorniamo a piedi attraverso vie piene di locali interessanti, assaporando l’atmosfera notturna di Kyoto.

21 Maggio - mercoledì: mercato delle pulci e Mille Torii

Mercato delle Pulci al To-ji – Ogni 21 del mese al Tempio To-ji (東寺) si tiene il famoso mercatino delle pulci Kobo-san. Che celebra il compleanno del fondatore del tempio. Ci rechiamo lì e restiamo stupiti dalla vastità del mercato. Non ci sono soltanto oggetti antichi o usati, ma una marea di oggetti artigianali di ogni tipo. Ci sarebbe da comprare di tutto! I prezzi non sono proprio economici, ma neanche eccessivi considerando la qualità. Sono riuscita ad aggiudicarmi uno splendido kimono vintage per circa 8€ ed ad acquistare tre splendide ciotole Raku con tanto di scatola di legno di cedro.

Complesso del To-ji – I templi sono bellissimi e visitiamo non solo i templi e giardini (¥800/€4,80 d’ingresso), ma anche un museo che riproduce una casa tradizionale giapponese con alcuni giardinetti interni favolosi. L’architettura tradizionale ci lascia senza parole.

Pranzo autentico – Usciti dal complesso, mangiamo in un ristorante sull’angolo opposto dove non c’è neanche il menù in inglese. Mangiamo benissimo e spendiamo poco (¥1.800/€11 in totale). Ci guardiamo attorno con meraviglia: buona parte dei clienti sono gruppi di vecchiette carinissime che chiacchierano animatamente. L’atmosfera è quella del Giappone vero.

Verso Fushimi Inari – Prendiamo un altro pullman e poi un treno per visitare il famoso complesso con centinaia di portali torii arancioni. Dato che facciamo scalo alla Stazione Centrale di Kyoto, lasciamo tutti gli acquisti del mercatino in un armadietto automatico (¥400/€2,40) così viaggiamo più leggeri – geniale!

Fushimi Inari-Taisha – Il tempio si chiama Fushimi Inari-Taisha (伏見稲荷大社) e vale veramente la pena arrampicarsi su per le ripide scalinate attraverso i famosi Senbon Torii (mille torii). Ci sono piccoli altari e tempietti con simpatiche volpi di pietra (kitsune), messaggere della divinità Inari. La salita è impegnativa ma la vista e l’esperienza sono indimenticabili.

Ritorno esausti – Torniamo in albergo distrutti dalla camminata in salita. Dopo un riposino e una bella doccia rigenerante, siamo pronti per la cena.

Cena divisa – Mangiamo al ristorante vicino all’hotel. È carino e molto tipico, ma il menù è piuttosto limitato (¥2.500/€15 a persona). Dopo cena, Gian che non aveva voglia di mangiare solo sushi, va a mangiarsi una pizza in un ristorante napoletano poco distante (¥1.800/€11). A volte il comfort food di casa è quello che ci vuole!

22 Maggio - giovedì: giardini Zen e pagoda d'oro

Mattino di riposo – Al mattino io sto ancora malissimo e Gian Maria va a farsi un giro nei centri commerciali di Kyoto. A volte il corpo ha bisogno di fermarsi, anche durante un viaggio da sogno.

Ryoan-ji nel pomeriggio – Alle 14:00 usciamo per raggiungere Ryoan-ji (龍安寺), che ospita il più famoso giardino zen in pietra e ghiaia pettinata del mondo (¥500/€3 d’ingresso). È davvero molto bello – quindici pietre disposte in modo che da qualsiasi angolazione se ne vedano sempre solo quattordici. La costruzione cui fa riferimento è altrettanto elegante, un esempio perfetto di architettura zen che invita alla contemplazione.

Kinkaku-ji, la Pagoda d’Oro – Ci trasferiamo poi al Kinkaku-ji (金閣寺), il Padiglione d’Oro (¥400/€2,40). Si riflette in un bellissimo lago pieno di carpe koi e loti in mezzo a un giardino spettacolare. È probabilmente il tempio più fotografato del Giappone e capiamo perché – la sua bellezza dorata che si specchia nell’acqua è semplicemente mozzafiato.

Ritorno e riposo – Torniamo in albergo per ricaricare le energie. Dormiamo 2 ore – un power nap che ci rimette in sesto.

Cena nel centro – Andiamo a mangiare in uno dei tanti localizzi carini del centro. Mangiamo bene senza spendere una fortuna (circa ¥2.000/€12 a testa). L’atmosfera informale e il cibo autentico sono esattamente quello di cui avevamo bisogno dopo una giornata di bellezza zen.

23 Maggio - venerdì: Nara e i cervi sacri

Cambio hotel e partenza – Ci svegliamo presto e trasferiamo le valigie nel nuovo hotel (purtroppo il nostro era già tutto prenotato per le notti successive). Poi prendiamo pullman e treno per Nara.

Il treno dei cerbiatti – L’ultimo treno è davvero buffo perché è tutto dipinto con cerbiatti! Anche le maniglie hanno la forma del muso di un cerbiatto – solo in Giappone si può trovare un’attenzione così adorabile ai dettagli del trasporto pubblico.

Parco di Nara – Arrivati a Nara, prendiamo un pullman cittadino che ci porta nel bellissimo Parco di Nara con alberi secolari. Fin dal centro del paese è pieno di cerbiatti liberi che vagano indisturbati – uno spettacolo unico al mondo!

Todai-ji e il Grande Buddha – Visitiamo il meraviglioso Tempio Todai-ji (東大寺) del 1440 (¥600/€3,60), che ospita il Daibutsu (Grande Buddha), una statua di bronzo alta 15 metri. La sala che lo contiene è impressionante per le sue dimensioni.

Santuario Kasuga Taisha – Poi esploriamo il complesso templare shintoista Kasuga Taisha (春日大社) abbarbicato su una collina che domina la città (¥500/€3). I suoi migliaia di lanterne di pietra e bronzo creano un’atmosfera magica.

Interazione con i cervi – Alcune signore vendono shika senbei (¥200/€1,20), biscotti rotondi e sottili tipo fette biscottate da dare ai cervi. Ci divertiamo moltissimo a dar loro da mangiare! I giapponesi prima di dare cibo a un animale si inchinano – in risposta anche il cerbiatto si inchina. Ricevuto il biscotto, se ne vuole altri si inchina di nuovo. È un balletto di cortesia adorabile!

Vita selvaggia – Vediamo alcune mamme che allattano. I piccoli danno delle potenti testate alle mamme per spremere il latte – la natura in azione senza filtri!

Centro storico di Nara – Facciamo un giro nel centro storico che è stupendo perché formato quasi interamente da case tradizionali di legno. Ne visitiamo una (¥300/€1,80) ed è veramente magnifica – l’architettura tradizionale giapponese nella sua forma più pura.

Ritorno e malessere – Torniamo a prendere il treno per Kyoto. In albergo ci riposiamo, poi usciamo di nuovo per cena e per cercare una farmacia perché mi sento molto male e ho una tosse insopportabile. Mangiamo bene come al solito (¥2.500/€15 a testa).

Notte movimentata – Tornando in albergo, lungo la via principale alcuni ragazzetti gareggiano smarmittando con alcune macchine sportive. Il Giappone tranquillo ha anche i suoi momenti di ribellione giovanile!

24 Maggio - sabato: palazzo imperiale e cultura Zen

Palazzo Imperiale di Kyoto – Ci dirigiamo verso il Kyoto Imperial Palace (京都御所). Si tratta di un parco stupendo con all’interno una serie di padiglioni tradizionali (ingresso gratuito con prenotazione). Gli alberi sono curatissimi – sembrano giganteschi bonsai e vediamo parecchi giardinieri impegnati in meticolosi interventi di potatura. L’arte del giardinaggio giapponese è pura poesia vegetale.

Quartiere dei tessitori – Ci spostiamo nel quartiere Nishijin, famoso per i tessitori. In realtà non c’è nulla di particolare, ma troviamo un bel museo del tessile dove possiamo comprare souvenir di qualità. Cari (¥3.000-8.000/€18-48), ma di qualità indiscutibile.

Complesso Daitoku-ji – Raggiungiamo il complesso di Daitoku-ji (大徳寺), un insieme di templi zen (¥400/€2,40 per tempio). Alcuni sono veramente notevoli con dei bei giardini simbolici che invitano alla meditazione. Visitiamo anche un museo di bonsai dove ogni esemplare è di una perfezione impressionante.

Pranzo memorabile – Mangiamo in un ristorante delizioso gestito da due signore gentilissime che fanno anche le sarte. Il pranzo è delizioso e curatissimo (¥2.800/€17 a testa) con una serie notevole di coperti e ciotole con varie verdure e “cose misteriose” veramente buone. All’uscita ci accompagnano fino in strada e mi sistemano il cappuccio dell’impermeabile perché non l’avevo messo bene – gentilezza pura!

Shimogamo-jinja – Andiamo al tempio Shimogamo-jinja (下鴨神社), uno dei templi shintoisti più antichi, immerso in una foresta primordiale di alberi di più di 600 anni con ruscelli e ponticelli veramente suggestivi. Quando arriviamo stanno disponendo sedie per il pubblico e amplificatori – probabilmente era in programma qualche cerimonia tradizionale.

Pausa per la pioggia – Dato che piove parecchio, torniamo in albergo ad asciugarci e cambiarci. Un riposino ci rimette in forze.

Quartiere commerciale e stranezze – Dopo il riposo andiamo nella zona commerciale centrale e vediamo parecchi strani negozi tipicamente giapponesi:

  • Owl cafés dove puoi trascorrere mezz’ora con i gufi (¥1.500/€9)
  • Cat cafés con gatti selvatici bellissimi (¥1.200/€7)
  • Bar dove puoi accarezzare cuccioli di cane o gattini
  • Un magazzino che vende solo calzini coloratissimi con pupazzetti applicati (¥500-1.500/€3-9)
  • Grandi negozi con ogni sorta di pupazzetto kawaii

Del resto tutti ne hanno un certo numero attaccati a borse e zaini – è la cultura kawaii in piena espressione!

Cena tecnologica – Mangiamo in un ristorante dove il centro del tavolo è una piastra accesa e a lato c’è un tablet per ordinare il cibo. Ci sbagliamo e ordiniamo un solo piatto anziché due (¥1.800/€11), in compenso la mia bibita è un boccale da più di un litro! Il cibo ci viene portato su un foglio di alluminio e bisogna lasciarlo cuocere sulla piastra – yakiniku fai-da-te.

Rimediamo ordinando un altro piatto quando ci rendiamo conto dell’errore. Alla fine il tablet ci fa anche il conto e non resta che pagare alla cassa all’uscita – tecnologia e tradizione che si fondono perfettamente.

25 Maggio - domenica: da Kyoto a Osaka - shock urbano

Addio a Kyoto – Lasciamo Kyoto e ci dirigiamo ad Osaka. In realtà il tragitto con il treno dura meno di tanti percorsi urbani con il bus dei giorni scorsi – solo 45 minuti con il Keihan Express (¥400/€2,40).

Benvenuti nel futuro – Arriviamo nella Stazione di Osaka immensa e avveniristica. Usciamo in una città dove le sopraelevate si contendono lo spazio con i grattacieli. Traffico intenso, folla, rumore assordante. Insomma un gran casino! Il contrasto con la tranquilla Kyoto è stridente – è come passare dal Medioevo al 2025 in 45 minuti.

Centri commerciali spettacolari – Gironzoliamo in alcuni splendidi centri commerciali. In mezzo agli stand dei vari brand internazionali, ci sono alcune chicche tutte giapponesi:

  • Una società che realizza microgiardini dentro vasetti di vetro ()
  • Un’altra che vende piante per acquari di una bellezza incredibile

Ci perdiamo a guardare l’abbigliamento che ha aspetti molto “autoctoni” – la moda giapponese è un universo a sé. Ci perdiamo tra centinaia di ristoranti che offrono di tutto.

Pausa rigenerante – Torniamo in albergo a riposare qualche ora. Osaka è più intensa di quanto immaginassimo.

Tempozan Ferris Wheel – Usciamo nuovamente e saliamo per un giro sulla ruota panoramica che un tempo era la più grande del mondo rossa che si trova sopra ad un centro commerciale. La vista notturna della città con tutte le sue luci è spettacolare.

Cultura Harajuku di Osaka – Il centro commerciale sottostante alla ruota ha dell’incredibile. Vi si concentrano tutti i negozi con abbigliamento manga. I giovani si vestono normalmente come personaggi dei fumetti:

  • Enormi scarponi con zeppe altissime (¥8.000-15.000/€48-90)
  • Gonne cortissime abbinate a calze al ginocchio
  • Camicette piene di fiocchi e pizzi con mille pupazzetti
  • Capelli con codini o strappati con colori improbabili
  • Trucchi molto vistosi da Alice nel Paese delle Meraviglie

È la cultura cosplay e kawaii portata all’estremo – un’esplosione di creatività e autoespressione che solo il Giappone sa offrire. Noi restiamo a bocca aperta davanti a questa parata di fantasia vivente

26 Maggio - lunedì: castello di Osaka e avventure burocratiche

Castello di Osaka all’alba – Di buon’ora visitiamo il Castello di Osaka (大阪城). Per fortuna arriviamo presto e non facciamo coda – quando usciamo ci sono ore di file di turisti al sole! La torre in sé non è un granché (¥600/€3,60), è stata ricostruita più volte a seguito di guerre e incendi. La cosa veramente eccezionale sono i due giri di mura fortificate. Il giro più stretto è fatto di rocce ciclopiche da parecchie decine di tonnellate con lati non ortogonali. Veramente impressionante – un capolavoro di ingegneria del XVI secolo.

Delusione Patagonia – Finita la visita, attraversiamo la città per raggiungere una zona su un fiume dove c’è un  outlet Patagonia. In realtà non è affatto un outlet e i prezzi sono pieni (¥15.000-30.000/€90-180 per giacche). Marketing ingannevole!

Shinsekai e il caos – Ci spostiamo con una metropolitana sopraelevata al quartiere di Shinsekai con la sua famosa torre. In realtà è un insieme di ristoranti turistici con musica a un livello insopportabile. L’insieme è molto colorato e curioso, ma decisamente chiassoso.

Pausa in hotel – Ci spostiamo in hotel e dormiamo un paio d’ore per ricaricare le energie.

Odissea burocratica delle IC Card – Ripartiamo per fare un giro di ricognizione per vedere dove prendere il bus per l’aeroporto e per farci restituire i soldi residui sulle IC Card prepagate. Restituire le prepagate risulta parecchio complicato! Un giapponese che sente la spiegazione poco chiara di un addetto alle informazioni si offre di accompagnarci. Nonostante il suo aiuto prezioso, dobbiamo cambiare parecchi uffici e percorrere scale mobili infinite.

Alla fine risulta che soltanto una delle due può essere restituita (¥500) perché l’altra ha un tentativo di addebito bloccato. La regaliamo al nostro accompagnatore che, avendo tempo, potrà farsela sbloccare e utilizzarla. Ci ringrazia moltissimo! Scoprendo che siamo italiani, ci mostra la foto della sua Fiat 850 Sport d’epoca  – la passione per le auto italiane non conosce confini!

Chiusura teatrale del grande magazzino – Andiamo di nuovo nello stupendo grande magazzino che confina con la stazione e ricorda un grande Harrod’s londinese e ci troviamo lì alle 20:00 quando chiude. Prima la comunicazione interna con voce suadente ti fa ascoltare il Big Ben e ti ricorda che il magazzino chiude, poi tutti i commessi si mettono sull’attenti e ti fissano sorridendo. Alcuni sono schierati vicino alle scale mobili e si inchinano per salutarti (ringraziandoti anche a voce). Solo in Giappone!

Cena con sorpresa alcolica – Dopo alcuni tentativi andati male per mancanza di menù in inglese e app per l’ordine del cibo completamente in giapponese, riusciamo a trovare un posto dove mangiare. Ordino 5 gyoza (¥600/€3,60) e un boccale di ginger ale (¥400/€2,40). Dato che ho ancora sete, ne ordino un altro con l’app, ma questa volta mi sbaglio e ordino un boccale di whiskey and soda alla ginger ale (¥800/€4,80)! Una sorpresa alcolica inaspettata.

Dolce finale – Quando usciamo, andiamo in un konbini e ci compriamo un gelato al cioccolato sullo stecco squisito (¥150/€0,90). I piccoli piaceri della vita giapponese

27 Maggio - martedì: addio Giappone e sorpresa Hong Kong

Partenza da Osaka – Partiamo da Osaka con il limousine bus verso l’aeroporto regionale del Kansai (¥1.800). Ci vuole circa 1 ora e 10 minuti attraversando la periferia industriale di Osaka.

Aeroporto del Kansai – Facciamo il check-in e gironzoliamo due ore nell’aeroporto. Gian compra una bottiglia di sakè al duty-free per fare un regalo (¥3.500/€21). I duty-free giapponesi sono un paradiso per gli amanti del sakè di qualità.

Volo per Hong Kong – Decolliamo alle 10:00 e dopo 3 ore, in perfetto orario, atterriamo ad Hong Kong. Credevamo di avere uno stop-over di soltanto un’ora, invece scopriamo che sono quasi 12 ore! Una sorpresa che si trasforma in opportunità.

Decisione coraggiosa – Decidiamo di prendere il treno veloce Airport Express e andare in centro a Hong Kong per fare un giro (¥115 HKD/€13 a tratta). Mi viene il dubbio che uscendo dall’aeroporto, la merce del duty-free non possa rientrare. Ci informiamo e tutti ci confermano che, essendo in una busta sigillata, non ci sono problemi.

Hong Kong Express – Il treno ad alta velocità in 20 minuti ci porta in centro. Si paga solo l’andata, il ritorno è compreso. Siamo sconvolti nel constatare quanti nuovi grattacieli e centri commerciali siano stati realizzati dall’ultima volta che siamo venuti qui (circa 15 anni fa per Capodanno) . La città cresce verticalmente a una velocità impressionante.

Pranzo sulla baia – Camminiamo fino alla baia dove pranziamo in un ristorante sulla passeggiata . La vista sulla baia è sempre mozzafiato, anche se i grattacieli hanno cambiato lo skyline.

Ritorno complicato – Giriamo un po’ il centro, poi stanchi morti verso le 19:00 decidiamo di tornare. In realtà ritrovare la stazione dei treni non è così semplice – entrando dentro i centri commerciali si perde l’orientamento. Passiamo vicino a una pista di pattinaggio su ghiaccio (fuori ci sono 30 gradi!) e finalmente raggiungiamo il treno.

Dramma del duty-free – In aeroporto, ai controlli di sicurezza, ci contestano il sacchetto del duty-free e ci dicono che non possiamo portarlo! Un funzionario ci prende entrambi i passaporti e ci scorta attraverso mezzo aeroporto, ci fa uscire dall’altra parte e ci dice di andare alla Cathay Pacific.

Salvataggio della bottiglia – Alla Cathay sono molto gentili: ci trovano una scatola e ci spediscono la bottiglia come bagaglio registrato gratuitamente. Crisi risolta con stile hongkonghese!

Relax finale – Ci rechiamo quindi alla lounge dell’aeroporto convenzionata con la carta di credito di Gian dove ci riposiamo un po’ e mangiamo. Dopo l’odissea burocratica, un po’ di comfort ci voleva proprio.

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